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Il Contesto fisico e pedagogico

In questi anni la cooperativa ha avuto modo di sperimentare e far sperimentare alle persone di cui si prende cura alcuni momenti al di fuori del proprio contesto familiare, partendo dalla quotidianità condivisa, dalla ricchezza e dalla fatica della socializzazione, dal tentativo di diventare protagonisti in uno spazio tutto nuovo fino alla possibilità di sperimentarsi nelle proprie abilità domestiche. All’interno di questo progetto sono state evidenziate una serie di possibilità pian piano esplorate ma, allo stesso tempo, si sono aperti nuovi ambiti di ragionamento, nuovi dubbi e una analisi più completa sul futuro possibile per le persone di cui ci prendiamo cura.

Proprio grazie a questa analisi si è evidenziato che all’interno di questa esperienza, uno degli elementi su cui lavorare, è una carenza evolutiva, qualcosa che sarebbe dovuto esserci ma non si è respirato, un vuoto che ha il sapore della discriminazione.

Nei vari servizi lavoriamo sulle competenze, sulle sfide quotidiane alla possibilità, cercando di motivarci al riconoscimento di ciò che siamo: Ragazze e Ragazzi di più di 20 anni che hanno desideri e bisogni.

Bisogni che arrivano dal nostro essere persone adulte: la ricerca della persona amata, di relazioni amicali, il sogno del lavoro, il sogno della patente, il sogno di una famiglia propria.

Forse il problema che ci accompagna in questa lettura è proprio questo, essere così abituati al sogno che si è persa la spinta che ci proietta verso di esso, quel fuoco che arde e che alimentiamo con la reale possibilità di tendere a ciò che sogniamo. Sogni che normalmente sono pochi (quanti sogni può custodire un piccolo cassetto di una scrivania), non perché sia brutto averli ma perché spesso il sogno si identifica in qualcosa di irraggiungibile, mentre la vita è spesso fatta di traguardi più che di mete fuori portata. Ma nella nostra società rischiamo di occupare il tempo delle persone con disabilità senza supportare le stesse nel GUARDARE IL POSSIBILE.

Non servono laboratori in cui facciamo mentre sogniamo altro, servono esperienze VERE ma vicine alle nostre capacità, così vicine da essere possibili e riconoscibili, che allo stesso tempo ci facciano vedere il sogno possibile da raggiungere facendoci tendere ad esso.

Smettere di sognare l’irraggiungibile costruendo una vita VERA, di elementi alla portata, di piccoli ma veri traguardi da poter reinserire nel nostro percorso di crescita.

Offrire esperienze desiderabili, costruire insieme la possibilità da riconoscere come nostra… in poche parole, smettere di vivere tutto come un sogno ed iniziare a Credere nel nostro potenziale, occupandoci di desiderare il possibile. Invece spesso ci perdiamo nel sogno senza riuscire ad accorciare le distanze tra il voler essere e ciò che siamo. Come ricreare questa “scintilla”? Come poter riavvicinare il possibile a ciò che siamo? Come possiamo desiderare qualcosa che non abbiamo ma che possiamo sentire raggiungibile? E più precisamente: Il lavoro educativo qual è?

Queste esperienze devono avere l’arduo compito di riaccendere una scintilla evolutiva che si è sopita nel tempo ma che va assolutamente riossigenata attraverso la visione di nuove POSSIBILITA’, attraverso un REALE incontro con sé stessi che ci aiuti a desiderare ciò che subito dopo possiamo vivere come ipotesi da costruire insieme.

La mission è quella di rimettere queste giovani persone nel loro giusto cammino di crescita, quello che avrebbero dovuto intraprendere grazie ad una spinta naturale nell’evoluzione dell’essere umano ma che, ad un certo punto, ha perso un po’ di energia arrivando senza la sufficiente forza per fare passo successivo. È la fase adolescenziale ad esserne rimasta soffocata, con la bellezza e la necessità dei suoi conflitti, quella fase in cui si crea e prende forza la spinta che ad un certo punto ci porta fuori casa come evoluzione normale della persona adulta, quella che ci fa sentire le mura domestiche troppo strette e le relazioni che le abitano troppo invadenti.

Proprio questo è il vuoto che è emerso, la mancanza di una spinta ad uscire di casa per la necessità di autodefinirsi, spinta che in alcuni sembra poco sviluppata o addirittura eccessivamente sopita.

Questo è dunque il bisogno a cui cercheremo di dare una risposta, riaccendere la scintilla della ricerca di ciò che possiamo come esseri umani, di ciò che potrebbe essere il realizzabile nella nostra vita, la sottolineatura di piccoli traguardi condivisi e sentiti come qualcosa di adatto a noi, la necessità di definirsi come persone adulte e capaci che possono sognare ma allo stesso tempo possono costruirsi.

Quindi? Cosa sarà questo servizio? la ricerca di vita VERA, la costruzione di un futuro VERO perché alla nostra portata, la sperimentazione di sé stessi alla ricerca di un traguardo VERO, energia VERA per una sfida che possiamo affrontare.

La richiesta sociale

Attualmente il progetto del Dopo Di Noi viene svolto in un appartamento che si trova al centro di Gazzada Schianno ed ospita contemporaneamente 4 persone. In questi anni 20 persone hanno avuto accesso al nostro servizio e si sono alternate in settimane sperimentali al di fuori del contesto familiare. Le richieste però sono aumentate arrivando a 35 domande presentate per l’anno 2021 con una prospettiva di crescita ancora maggiore per gli anni a seguire.

Il progetto

La cooperativa ha così scelto di investire in una nuova sede per offrire questi progetti alle persone di cui si prende cura. Scegliere questa sede permette di continuare a sperimentare e di arricchire la proposta rendendola accessibile anche ai genitori.

In una zona centrale di Gazzada Schianno sorge un albergo ormai in disuso, molto intimo, con poche camere, che si presterebbe benissimo ad ospitare il nuovo servizio. Offrirebbe più possibilità di sperimentare sia la vita in completa autonomia che un accompagnamento più personalizzato per i vari partecipanti. La ristrutturazione dei locali permetterà di realizzare un salone con cucina, dove si svolgerà la vita comune; la nascita di una serie di camere doppie (6 con bagno compreso) che offrono possibilità e progettazioni e sperimentazioni graduali; la realizzazione di un appartamento all’interno della stessa struttura alberghiera,  che avrà la funzione di far sperimentare ai genitori delle giornate in cui i ruoli si trasformano, diventando loro ospiti dei propri figli, godendosi ciò che il figlio (con il supporto dell’educatore) ha pensato e preparato per loro, permettendo anche di fermarsi per qualche giorno. La sperimentazione diretta di questa esperienza offre un nuovo punto di vista alle famiglie che potranno così STARE, OSSERVARE e ARRICCHIRE il loro pensiero sul possibile futuro del figlio.

Attualmente la cooperativa si sta prodigando per la ricerca di fondi, finanziamenti, donazioni per continuare nella direzione intrapresa alla sua nascita: accompagnare la sua utenza alla scoperta di un’adultità possibile.

Soggetti destinatari

Il progetto è destinato ad una popolazione di persone con disabilità in età adulta. Uomini e donne dai 18 ai 40 anni che necessitino di un percorso che li aiuti a ipotizzarsi al di fuori delle mura domestiche. Questo percorso è rivolto anche alle famiglie in modo da accompagnare il pensiero della possibilità di un “dopo di noi” accompagnato.

Il luogo

Il progetto prevede l’acquisizione e la ristrutturazione di una struttura alberghiera sita in Gazzada Schianno, immersa nel Centro Storico del Paese, a pochi passi dalla Villa Cagnola. La storicità del luogo e la bellezza dell’intimità della location fanno dell’albergo Posta Vecchia un posto quasi fiabesco. L’intento della Cooperativa, come per la sede principale in cui si trova ora, è di ridare vita a quei luoghi che, nella storia del paese, hanno già lasciato un segno.

Costi del progetto

I costi sono ancora da valutare nel dettaglio ma, una stima di massima, fatta in accordo con il proprietario della struttura, porterebbe l’intero importo intorno ai 550.000,00 € così suddivisi:

  • Circa 250.000,00€ necessari all’acquisto dell’immobile
  • Circa 250.000,00€ necessari alla ristrutturazione e all’abbattimento delle barriere architettoniche.
  • Circa 50.000,00€ per gli arredi dello stabile

 

TOT 550.000,00